nymeria |
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| Ieri sera sono andata a veder Inkheart - La leggenda di cuore d'inchiostro. Devo assolutamente perdere questo vizio di andare a vedere gli ultimi adattamenti dai libri fantasy (farò giusto un'eccezione per The Hobbit): dopo Eragon -pessimo- e La Bussola d'oro -deludente- anche Cuore d'inchiostro non mi è piaciuto. Evitatelo anche voi, soprattutto se avete letto o avete intenzione di leggere il libro. Sotto spoiler le motivazioni che potrebbero contenere delle anticipazioni. Al di là degli arragiamenti della trama ovvi, necessari e, se devo essere sincera neanche troppo malvagi, sia io che il mio ragazzo (che non ha letto il libro) l'abbiamo trovato un film molto accelerato e allo stesso tempo piatto. Accelerato perchè si viene catapultati subito nel mezzo della storia, senza un minimo di introduzione ed inquadramento dei protagonisti. Da quel momento il film è tutto una corsa, che lascia lo spettatore decisamente poco convinto. Piatto perchè il ritmo si mantiene costante, senza picchi di tensione, senza qualche battura per sdrammatizzare, senza una minima scena che ti coinvolga il cuore. Insomma guardare questo film sembra come fare un giro in autoscontro: dinamico, ma banale.
Poi, lo so che cinema e letteratura sono due froma d'arte diverse e che in quanto tali dovrebbero andare separati, ma davvero io non ci riesco, soprattutto quando viene snaturato il messaggio del libro e uno dei protagonisti pricipali. Per tutto il film il regista tramite Mo (il protagonista) non fa altro che ribadire quanto i libri e la parola scritta siano pericolosi. U____U Chiunque abbia letto il libro sa che non è vero: l'amore per i libri di tutti i personaggi traspare in ogni pagine e mai viene negato. Il potere della parola per cambiare il finale non è una cosa alla quale Mo si oppone, anzi, è lui stesso nel libro ad avere l'idea. Nel libro originale i libri vengono rispettati e i personaggi tipo il coccodrillo di Peter Pan, unicorni, scimmie volanti e minotauri non vengono estratti dai libri per gioco come si fa dal cilindro. Leggere ad alta voce per Mo è sempre fonte di tormento e rimorso, per aver strappato qualcuno al suo mondo e per avervi buttato dentro qualcun'altro di inconsapevole. Nel film l'idea che traspare è che i libri sono il problema, sono belli solo se non letti ad alta voce. U____U
Poi francamente non ho sopportato la banalizzazione del peronaggio di Dita di Polvere, sicuramente il più complesso creato dalla Funke, sempre in bilico tra la sua natura così come è stata scritta e il suo voler essere artefice di se stesso, dilaniato dalla nostalgia per il suo mondo e dalla rabbia per ch l'ha strappato da là e ora non vuole rispedirlo indietro. Il fatto che il regista l'abbia trasformato in un eroe banal-romantico, che torna sempre indietro per riparare ai suoi errori, che ha parte attiva nella distruzione dei cattivi, che vuole tornare nel suo mondo per amore, che ha il suo lieto fine mi ha fatto venire voglia di lasciare la sala a metà film.
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